Storia  |  Geografia  |  Economia  |  Società

 

Aleksander Jonasz Romaszkiewicz, 2005 | Lamone, TI

 

Il lavoro consiste in un’indagine di stampo bio-psico-sociale sull’identità transgender. La prima parte presenta un quadro teorico, il quale si basa su una vasta gamma di letture (libri, articoli accademici, siti) e da cui emergono ipotesi ed interrogativi riguardanti il tema. La seconda parte è pratica ed è costituita da due interviste a due esperti del campo (una psicologa e uno psichiatra). Nella conclusione si riflette sull’ emergenza del transgenderismo nella ricerca scientifica e nella prassi educativa.

Argomento

L’argomento del lavoro verte sul transgenderismo.

Metodologia

Inizialmente sono state formulate quattro domande di ricerca riguardanti evoluzione dell’immagine corporea nella transizione di genere, confronto tra immagine corporea cis e trans*, impatto della transizione e fattori bio-psico-sociali che influenzano l’identità di genere. In seguito, è stato redatto un quadro teorico basato sulla letteratura specialistica approfondendo concetti fondamentali, quali identità di genere e transgenderismo, evoluzione del rapporto tra psichiatria e transgenderismo, transizione di genere e le sue implicazioni, approccio psicoterapeutico alle persone trans*. Durante questa fase sono emersi ipotesi e interrogativi da cui è stato elaborato un questionario da somministrare sottoforma di interviste nella parte pratica. Le ipotesi interessanti del questionario sono l’insignificanza della definizione di euforia di genere in campo psichiatrico; la psicoterapia come contesto di esplorazione dell’identità di genere; i presunti danni irreversibili sullo sviluppo socio-emotivo dei bambini trattati con inibitori della pubertà, visti come un pretesto per ostacolare la transizione giovanile piuttosto che come un fatto scientifico (a sostegno della tesi si riflette sulla sindrome di Swyer). Segue un’analisi e un confronto delle interviste tra loro e con la parte teorica. Infine, si giunge alle conclusioni.

Risultati

Su quattro domande di ricerca, tre hanno trovato risposta nel quadro teorico e conferma nelle interviste. Le persone trans*, considerando l’individualità che influenza le scelte mediche (terapia ormonale e/o interventi chirurgici), traggono notevole beneficio psicologico dalla transizione; in particolare, la transizione medica migliora la soddisfazione con la propria immagine corporea. L’identità di genere è il risultato di una complessa interazione di fattori biologici (ormoni, struttura cerebrale), psichici e sociali (cultura, contesto sociale). Tra le ipotesi, la prima e l’ultima sono state confermate, mentre la seconda è stata in parte confutata.

Discussione

È importate notare la lacuna accademica sugli effetti della transizione sociale; sul confronto tra individui cis e trans* nell’immagine corporea e nell’attività cerebrale; sulla biologia dell’identità di genere. In primo luogo, la transizione sociale è poco studiata e i suoi effetti sono difficili da indagare in quanto principalmente di natura psicologica, inoltre non sempre richiedono un intervento medico, perciò manca un database in tal senso. In aggiunta, l’immagine corporea è difficile da definire, specialmente negli adulti, rendendo impossibile una comparazione accurata tra individui cis e trans*. Attualmente, a causa del condizionamento sociale al quale si è sottoposti, è difficile differenziare l’attività cerebrale tra persone cis, basandosi solo sul sesso biologico; considerando che il cervello delle persone trans* cambia in base alla terapia ormonale svolta o in corso e alla sua durata, individuare un modello di cervello trans* da comparare con quello cis è complesso . Per ora sembra che l’attività cerebrale dipenda più dal genere rispetto al sesso e che ciò venga accentuato dalla terapia ormonale sostitutiva. La biologia dell’identità di genere è un campo di ricerca promettente, ma ancora prematuro. Infine, malgrado la seconda ipotesi sia stata confermata a livello teorico dagli intervistati, in pratica è stata confutata: infatti, nella realtà ticinese, nessuno dei due esperti ha avuto casi di detransizione o di persone che risolvessero l’iniziale confusione di genere in un’identità cis invece che trans*.

Conclusioni

Per concludere, nonostante l’emergere del transgenderismo nella ricerca sia stato ritenuto positivo, questo campo di ricerca ha ancora bisogno di tempo e attenzione accademica per consolidarsi. Il lavoro solleva questioni educative e scientifiche. Come possiamo riformare il sistema educativo (scuola e famiglia), per integrare identità di genere e transgenderismo? Dove e quando sollevare questi temi? Quanto è importante che la ricerca si sviluppi verso una maggiore interdisciplinarità?

 

 

Valutazione del lavoro espressa dall’esperta

Psicoterapeuta FSP Carla Creuso Rupil

Il tema affrontato riveste un notevole interesse e rilevanza sia sociale che scientifica. La ricerca si distingue per l’originalità e l’approfondimento della transizione di genere, esplorando le sfide mentali e fisiche ad essa connesse. Già dalle prime battute, si nota un’accurata ricerca delle fonti. L’autore stimola una riflessione critica e favorisce un dialogo interdisciplinare e clinico. Le interviste condotte con clinici locali arricchiscono la ricerca, fornendo una visione diretta e informata. Tale approccio si rivela metodologicamente solido, cosiderando la complessità del tema.

Menzione:

buono

 

 

 

Liceo cantonale di Lugano 2, Lugano-Savosa
Docente: Micaela Fettolini