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Giulia Pozzi, 2005 | Lugano , TI

 

In questo studio ho voluto elaborare un’analisi inedita della società italiana degli anni Settanta, attraverso il dialogo tra testi di artisti e intellettuali appartenenti a epoche differenti. La prima parte propone una contestualizzazione storica degli anni ‘60 e ‘70, mentre la seconda parte, sul Delitto del Circeo, (1975), propone il confronto tra significativi interventi giornalistici di autori quali Italo Calvino, Pier Paolo Pasolini e Dacia Maraini. L’analisi si avvale poi di testimonianze successive nel tempo, come “La scuola cattolica” di Edoardo Albinati, autore che ho intervistato e che attraverso la sua autobiografia si aggiunge al dibattito pubblico sul caso. In ultimo, ho usufruito dell’adattamento cinematografico de “La scuola cattolica” di Stefano Mordini, dove il retroscena storico è stato invece volutamente rimosso, per valorizzare aspetti più contemporanei al regista, come la questione della violenza di genere e il femminicidio.

Argomento

Il mio lavoro intende analizzare le cause dell’uso della violenza nella società italiana durante gli Anni di Piombo (1960-1980). Attraverso il dibattito pubblico sul Massacro del Circeo ho provato a stabilire dei collegamenti tra società, violenza e neofascismo. Nel 1975 due ragazze del proletariato romano furono rapite, violentate – una di loro uccisa -, da tre giovani borghesi (Izzo, Ghira e Guido). Questo crimine, chiamato dai giornalisti “Delitto del Circeo” rimase impresso nella memoria collettiva degli anni ‘70. Molti intellettuali dell’epoca ne diedero una personale chiave di lettura, con interpretazioni legate all’appartenenza di classe, al ruolo politico o di genere degli aguzzini e delle loro vittime. Attraverso il dialogo tra i testi e la valutazione delle tesi esposte, ho articolato un’analisi della società italiana degli anni ‘70, caratterizzata dall’uso ricorrente della violenza.

Metodologia

Il primo capitolo, di carattere storiografico, descrive gli anni ’60 e ‘70, col supporto di una bibliografia aggiornata. Per l’esame del dibattito culturale ho utilizzato più fonti di epoche differenti, per valutare diverse prospettive in un’ottica diacronica. In questo senso, ho dedicato specifico spazio a “La scuola cattolica”, romanzo di Edoardo Albinati (2016), testimone coinvolto indirettamente nei fatti. Le altre tre fonti sono testi giornalistici di Pasolini, Calvino e Maraini, incentrati sul rapporto tra società e violenza. L’ultima parte riguarda un film tratto dal romanzo, nonché interviste e commenti relativi ad Angelo Izzo. Il lavoro è arricchito inoltre da un’intervista inedita a Edoardo Albinati, che si è prestato a rispondere ad alcune mie domande su quegli anni.

Risultati

Il Delitto del Circeo ha rappresentato per la società italiana degli anni ’70 uno snodo rilevante, interpretato attraverso letture differenti, come quella di classe, quella politica e quella femminista. Calvino, Pasolini e Maraini espongono tesi antitetiche, dimostrando la complessità del fenomeno; Albinati rievoca il crimine attraverso una visione più moderna, valorizzata anche da Stefano Mordini nel suo adattamento cinematografico.

Discussione

Nell’articolo di Calvino, la causa della violenza è da imputare alla condizione borghese, forte di un senso di superiorità e impunità. Pasolini incolpa non una sola classe sociale, ma l’intero sistema capitalista, foriero di un’omologazione di massa. Dacia Maraini si concentra poi sul dar voce alle donne, e sul sistema educativo dell’epoca, responsabile di una violenta misoginia. Con uno scarto temporale di 30 anni, Albinati si sofferma sul ruolo di alcuni gruppi emergenti, (movimenti di emancipazione femminile, partiti neofascisti), riflettendo sulle connessioni tra patriarcato, sopraffazione della donna e politica di estrema destra. La versione di Mordini, nel rimuovere il retroscena storico dal suo film, ha trasformato la violenza dell’epoca in un messaggio contro la violenza di genere.

Conclusioni

Il Delitto del Circeo mi ha dato l’opportunità di scoprire la complessità della società italiana degli anni ’70. Ricollegare l’uso della violenza a un’unica causa sarebbe riduttivo, per via della natura conflittuale di quella società, che contestava anche l’eredità conservatrice del ventennio fascista. Ciò che rende originale il mio lavoro è da un lato la comprensione di un fenomeno storico, ma anche l’attualità dell’argomento; difatti il Massacro del Circeo all’epoca dei fatti è stato visto come un crimine politico e di sopraffazione di genere, ma, se riletto in chiave contemporanea, può valere come sensibilizzazione su una violenza di genere ancora drammaticamente diffusa, come dimostra la cronaca.

 

 

Valutazione del lavoro espressa dall’esperta

Dr. Linda Bisello

La candidata presenta un saggio originale e accurato su un argomento attuale come la violenza di genere. Il lavoro ha il merito di unire alla ricostruzione storica effettuata su più fonti documentarie di prima mano una rilettura contemporanea di quei fatti, forte di una già matura coscienza critica. Nel corso del lavoro la candidata si è mostrata perspicace, dinamica e ha interagito sempre proficuamente agli stimoli intellettuali. Il saggio in veste definitiva si presenta notevolmente perfezionato, sia sul piano della struttura sia su quello della chiarezza espositiva.

Menzione:

eccellente

Premio speciale «Luxembourg International Science Expo (LISE)» offerto dalla Fondation Jeunes Scientifiques Luxembourg

 

 

 

Liceo cantonale di Lugano 2, Lugano-Savosa
Docente: Prof. Daniele Bortoluzzi